Ewald Tragy è un «ritratto dell’artista da giovane», e in clima di fine secolo, opera di un Rilke giovanissimo e già compiutamente scrittore, che osserva come attraverso un potentissimo cannocchiale il momento del distacco dell’insofferente poeta Ewald Tragy dalla sua famiglia e delle sue prime esperienze nella vita indipendente, da artista, a Monaco. C’è una sorprendente ironia e rilevata nettezza nei particolari di questa prosa ‘segreta’ – che Rilke scrisse nel 1897 ma fu pubblicata solo dopo la sua morte, in un’edizione privata del 1927 poi ristampata più volte nel dopoguerra – tanto che la si legge come un primo delicato pannello che introduce alle più vaste e desolate orchestrazioni dei Quaderni di Malte Laurids Brigge.