“È ovvio ch’io preferisca duecento franchi ai venti. Ma ne ho chiesti venti, perché mi ritengo un uomo d’onore. Lei pare non comprendere. L’ingente somma che mi offre non posso accettarla per i seguenti motivi: primo non ho il piacere di conoscerla; secondo non so come e quando potrei restituirgliela; terzo perché lei non ha nemmeno la possibilità di richiederne il rimborso. Non ho un indirizzo, passo da un ponte all’altro della Senna. Ma, come ho già sottolineato, sono un uomo d’onore, anche se non ho un domicilio coerente con il vivere comune”.
Pur essendo vagabondo e alcolizzato, Andreas Kartak, protagonista di questo racconto, è un uomo onorevole e non può che rimanere sconcertato di fronte alla somma di duecento franchi donatagli da un inaspettato benefattore. Unica condizione impostagli: Andreas dovrà restituire il denaro la domenica seguente facendo un’offerta alla chiesa di Sainte Marie des Batignolles.
Con l’alternarsi di eventi “miracolosi” e miserabili sconfitte, la trama assume risvolti picareschi. Il racconto, in parte autobiografico, si può consi-derare una critica nei confronti dell’era consumistica.
Riuscirà Andreas a mantenere la parola data, restituendo così i duecento franchi che gli hanno scombussolato l’esistenza?
Joseph Roth (1894-1939), autore e giornalista austriaco di origine ebraica, visse alcuni anni a Berlino, ma trascorse a Parigi gli ultimi anni della sua vita. Tra i romanzi, ha scritto Fuga senza fine (1927), Tarabas, un ospite sulla Terra (1934) e Confessioni di un assassino, raccontate in una notte (1936).