“Quali colpe scontiamo? Le nostre o quelle altrui? E quali sono le nostre e quali quelle altrui? È tutta una catena, Mikali Zanche, e dobbiamo tirarla tutti insieme, ecco cosa ti dico”.
Incentrato sulla storia della famiglia Zanche, ne Le colpe altrui riemergono i temi cari alla Deledda: una travolgente passione amorosa, la trasgressione immancabilmente punita, l’insopprimibile senso di colpa che porta alla scelta di una qualche forma di espiazione.
Bakis Zanche, sorpresa la moglie a baciare un altro uomo, la caccia di casa, rifiutandosi di riconoscere il loro secondo figlio, Mikali, concepito quando ancora erano sposati, ma nato successivamente.
Questi, una volta cresciuto, si innamora, ricambiato, di Vittoria, la fidanzata del fratello maggiore Andrea. Quando quest’ultimo viene ucciso in un ‘incidente’ di caccia, e il vecchio Zanche, sopraffatto dal dolore, muore, lasciando i suoi beni a Vittoria, la giovane, pervasa
dal senso di colpa, decide di rompere ogni rapporto con Mikali. La ricchezza ereditata, tuttavia, costituisce per lei un tormentoso fardello, che solo la condivisione con colui che avrebbe dovuto essere il legittimo erede può lenire. Vittoria sposa così Mikali, ponendo fine all’ingiustizia subita da lui e dalla madre. Ma compensare un torto permette davvero di raggiungere la felicità?
Grazia Deledda (1871 –1936), insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 1926, è autrice di romanzi quali La via del male (1896), Cenere (1904), Canne al vento (1913).