Ambientata nel periodo fascista in una cittadina del Molise chiamata Calena (nome di fantasia), Le terre del Sacramento narra le vicende di una famiglia in decadenza, che entra in possesso di un vasto feudo, un tempo appartenuto alla Chiesa, ritenuto dalla gente del luogo maledetto.
I protagonisti del romanzo sono Luca Marano, un ragazzo di vent’anni, che si mette alla testa dei braccianti per rivendicare, dapprima col lavoro e poi con l’occupazione, quelle terre e Laura, la scaltra moglie del proprietario, che inizialmente promette ai contadini un contratto di locazione e poi li abbandona alla violenza degli squadristi.
“Luca e i compagni continuarono a correre a perdifiato. Calavano nelle vallette, rimontavano sulle serre, attraversavano macchie di rovi e di lentisco. Ma non riuscivano ancora a vedere nulla. Quando raggiunsero Cecanibbio videro, a un centinaio di passi, gruppetti sparsi di fascisti e di donne e di contadini che si azzuffavano. Le donne indietreggiavano lentamente difendendosi, come iene, a colpi di zappa. Un gruppo di uomini, a destra, e un altro a sinistra, si erano appiattati dietro una trincea di pietre scavate nell’estate e facevano piovere una gragnuola di sassi sugli assalitori”.
Francesco Jovine (1902-1950) scrittore e saggista, annovera tra le sue opere più note: Signora Ava e Le terre del Sacrametno, romanzo pubblicato postumo, che gli valse il Premio Viareggio nel 1950.