Commentato dai maestri zen Han Shan Te Ch’ing e Roland Yuno Rech
A cura di D. Kogen Curtotti.
“O Shariputra, la forma è vuota, il vuoto è forma”
Nei soli trecento caratteri cinesi del Sutra del Cuore (Hridaya Sutra, Hannya Shingyo in sino-giappo-nese), il testo buddhista più celebre dell’Oriente, il Bodhisattva della Grande Compassione, Avalokite-shvara, espone al discepolo Shariputra la suprema dottrina della Vacuità. È il “Cuore” della Grande Saggezza (Prajnaparamita) degli Illuminati.
Il sutra è qui corredato da due commenti d’eccezione che introducono alla viva comprensione del suo messaggio nelle pratiche realizzative del buddhismo: del maestro cinese zen rinzai Han Shan Te Ch’ing (1546-1623) e del maestro zen soto R. Yuno Rech (n. 1944), fra i più anziani e noti allievi di Taisen Deshimaru Roshi, il “Primo Patriarca d’Europa” nella tradizione soto. Costituito da discorsi pronunciati durante la pratica, il commento di R. Yuno Rech è al tempo stesso un limpido manuale della pratica meditativa o zazen.