Lo scrittore Alfredo Oriani nasce il 22 agosto 1852 a Faenza (Ravenna), da una “famiglia aristocratica di campagna, ma senza lustro vero, in decadenza economica dal principio del secolo” (da una sua lettera al cugino Giacomo, citato in “Narratori di Emilia Romagna”, p. 14, a cura di G. Raimondi e R. Bertacchi, Ed. Mursia, Milano 1968).
Abbandona l’attività forense e si trasferisce nella villa di famiglia a Casola Valsenio, sempre nel ravennate: è qui che nasce l’Oriani letterato, che sarà romanziere, saggista, ma anche storico, giornalista, commediografo.
Ed è proprio il suo amor patrio – fortemente radicato nei valori di libertà e di repubblica di Giuseppe Mazzini e successivamente influenzato dalle teorie hegeliane e poi nietzscheiane – che, trasfuso in alcune opere, gli è causa di stroncature feroci.
Seguono, fino al 1883, una serie di pubblicazioni (“Al di là”, una storia d’amore fra due donne, nel 1877; i racconti di “Gramigna”, nel 1879; “No”, nel 1881; le quattro novelle di “Quartetto”, nel 1883) in conseguenza delle quali si vedrà attribuire l’etichetta di scrittore “osceno”.
Lo scrittore torna quindi alla narrativa con i romanzi “Il nemico” e “Gelosia”, entrambi del 1894, “La disfatta” del 1896, “Vortice” del 1899, “Olocausto” e “In bicicletta”, pubblicati nel 1902; commedie drammatiche tra cui “L’invincibile”, anch’essa del 1902.
Conclude la carriera di scrittore con la possente opera storico-filosofica “La rivolta ideale”, del 1908.
Alfredo Oriani muore il 18 ottobre 1909 a Casola Valsenio, a soli 56 anni.
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